Il 15 settembre (o giù di lì…) riparte la Scuola in Italia del tutto impreparata rispetto ai comportamenti dei nativi digitali sempre più a confronto con il problema del cyberbullismo.

Schiere di #BimbiMinkia si preparano a riempire nuovamente i banchi di scuola a settembre ancor più affezionati alle loro appendici digitali (dopo un’estate passata per buona parte del tempo ad allenarsi i pollici su qualche schermo touch) e in una scuola del tutto impreparata a seguire l’evoluzione tecnologica dei propri studenti.

Che i social possano essere dei formidabili strumenti di educazione ce l’ha insegnato un bel libro in materia uscito per l’appunto ad inizio dell’estate 2014 ma la realtà è che spesso gli smartphone oramai strumenti obbligatori di dis-attenzione presenti sui banchi della scuola italiana vengono sempre più spesso utilizzati non solo per futili motivi ma anche e purtroppo per attività di stalking e cyberbullismo.

Le strade non possono essere che due: un utilizzo dei device digitali unicamente per attività di media education all’interno dell’ambito scolastico ma anche un’opera di divulgazione e assistenza alle famiglie in tema di strumenti di tutela legale esistenti e che possono essere utilizzati proficuamente per scoraggiare e prevenire atteggiamenti prevaricatori e prepotenti verso soggetti più deboli rispetto al super-cyberbullo di turno.

Il quadro legislativo è in continua evoluzione e non è escluso che ben presto possa vedere la luce una normativa ad hoc in materia, ciò nonostante è indubbio che esistono degli strumenti giuridici tradizionali per ricondurre alle proprie responsabilità chi mortifica l’esistenza dei propri compagni di studi.

Minori ed uso della rete internet: