Qual’è il primo pensiero di un adolescente alla mattina? Internet, concordano tutte le ricerche in merito all’utilizzo della rete tra i giovani e i giovanissimi. Al di là di facili moralismi che vedono nelle tecnologie un elemento negativo e non neutro, sempre più progetti si occupano di “educare all’uso consapevole” dei media e a dare supporto, anche attraverso meccanismi di pedagogia orizzontale, Youngle è un esempio di questa prassi, il progetto mira a dare aiuto, attraverso gli strumenti telematici e i social network agli adolescenti e a supportarne eventuali fragilità tipiche di un’età davvero complicata, social o non social.

La media education diventa un elemento fondamentale per educare gli adolescenti ad un uso consapevole dei social e della rete.

Il problema, non è certo internet (o i social network) ma l’utilizzo che ne viene fatto e la necessaria consapevolezza da parte di genitori e insegnanti che devono “guidare” al meglio l’adolescente all’utilizzo della rete. I social network, e la rete, non vanno demonizzati, casomai può essere un problema l’abuso.

In particolare “La migrazione degli adolescenti dal computer al telefonino rende difficilissimo per i genitori rendersi conto del tempo effettivamente speso dai figli sui social. E’ inoltre difficile dettare regole di comportamento dal momento che la stragrande maggioranza degli adulti non ha idea di come si sviluppa la socialità sui nuovi social network, di come si strutturano le relazioni, non conosce il linguaggio utilizzato” (Giovanni Corsello su LaStampa) per questo è sempre più cruciale educare ai media insegnati, genitori e ovviamente i ragazzi.

Demonizzare non serve. E’ necessario educare a postare con la testa, come ci insegna un “vecchio” video pensato per il Safer internet Day: