DIGITALE DIFFUSO VERSIONE SOLO TESTO PER NON VEDENTI


Un puzzle di voci per rafforzare la nostra consapevolezza digitale

a cura di
Vincenzo Bianculli, Enrico Bisenzi, Mirella Castigli, Marco Pini

Cyberspazio, Settembre 2021
Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate (CC BY-NC-ND)

Una Produzione RadioDiffusa e NetReputation.it

Perché una versione solo testo? Perché tutto il progetto comunicativo DIGITALE DIFFUSO è stato sviluppato cercando di rispettare i principi di Inclusive Design per cui, e ad esempio, è stato profuso molto impegno a realizzare le ALTERNATIVE TESTUALI per le immagini così come migliorare manualmente le sotto-titolazioni per i nostri video (generate automaticamente da Youtube). A seguito di un confronto con alcuni non vedenti dopo la distribuzione del precedente ebook Generazioni a Confronto abbiamo continuato a sviluppare anche per questa edizione una versione solo testo che speriamo sia gradita come la precedente. Buna lettura-percezione!

Salta l'indice e vai ai contenuti del libro

Indice generale – Digitale Diffuso

Progetti Innovativi

Radio Diffusa (VincEnMarco)

MakerSpace come esempio di media education (Luca 'fero' Ferroni Docente, sviluppatore software, animatore del Maker Space della biblioteca di Fabriano)

Il covid ha reso molti di noi antifragili (Luisa Baldeschi Formatrice in processi di Intraprendenza ed innovazione)

Progetto di arte collaborativa in rete (Agnese Trocchi scrittrice)

CultApp: come far utilizzare digitale e realtà aumentata ai ragazz* per promuovere luoghi culturali insoliti (Genny Carpinteri ed Elena Radicchi, docenti dell'ITT Marco Polo di Firenze. Referenti per i progetti europei e nazionali della scuola)

Supporto agli adolescenti tramite App (Stefano Alemanno media educator - Formatore – è stato responsabile per i progetti innovativi del Comune di Firenze)

Tecnologia e Marketing

Algoritmi e scelte consapevoli (Marco Pini UX Designer & SEO - Media Educator)

L'impatto del digitale sul turismo (Alessandro Corina sociologo e ricercatore)

Un digital marketing etico è possibile? (Federico Gagliarde - CEO dell'Agenzia di Marketing oltremira srl)

Artificial intelligence for good (Anita Montagna PhD in Neuroscienze cognitive dello sviluppo)

Scuola e Formazione

A ruota libera sulle Distrazioni Digitali (Onofrio Catacchio docente Accademia delle Belle Arti di Bologna)

Formare a Distanza? (CIRCEX Centro Internazionale di Ricerca per le Convivialità Elettriche)

Intervista di Mirella Castigli al docente di conservatorio Manuela Bisceglie

La DAD come viene vissuta dalle famiglie, dai giovanissimi studenti e dagli adulti (Erika Fulceri Coordinatrice desk accoglienza Centro per le famiglie "Il Melograno”)

Il lavoro di gruppo a distanza (Luca Capiluppi psicologo ed orientatore formativo e lavorativo)

Vuoi attenzione? Crea interesse (Luca Capiluppi psicologo ed orientatore formativo e lavorativo)

Infodemia e Fake news

Disinformazioni digitali (Mirella Castigli giornalista pubblicista blog scenaridigitali.info)

I risvolti legali dell'infodemia (Pasquale Giorgio avvocato)

Disinformazione ed infodemia (Davide Lancagerella addetto stampa e dir. resp. Agipress - Agenzia di Stampa Quotidiana)

Contrastare la diffusione di fake news grazie ai "principi" della media education (Marco Pini UX Designer & SEO - Media Educator)

Psicologia e comunicazione (Loris Pinzani piscoterapeuta cura rubrica psicologia per diversi media La7 e FirenzeToday in particolare)

Media e Infodemia differenze narrative (Alessandro Allori giornalista e blogger di Naturalmania.it)

YouTube: abbiamo un problema… qualche nota sulla prima puntata di Radio Diffusa (Enrico Bisenzi docente Accademia Belle Arti di Roma)

Informatica, Internet e dipendenze (Maurizio Mazzoneschi esperto di tecnologie della comunicazione programmatore formatore)

Risvolti Sociali

Sull’orlo di un naufragio cognitivo e sociale (Vincenzo Bianculli formatore ed orientatore)

La psicologia incontra il digitale (Annalisa Colanzi psicologa e psicoterapeuta)

Adolescenti e dispositivi digitali (Fabiana Galeotti media educator)

Come gestire i limiti e il potenziale del digitale (Olga Piemontese Pedagogista Clinico e Mediatore Familiare)

Dipendenze Digitali (Intervista di Mirella Castigli a Fausto Petrini psicologo sociale e di comunità)

Dipendenze digitali: nessun dorma (Intervista di Mirella Castigli ad Eva Ciampelli psicologa specializzanda come psicoterapeuta cognitivo-comportamentale)

Adolescenti e dipendenze virtuali (Loris Pinzani piscoterapeuta cura rubrica psicologia per La7 e FirenzeToday )

I pericoli della rete (Giuseppe Lodeserto criminologo - ICT Security Manager)

Violenza di genere e relazioni digitali (Caterina Pafundi psicologa psicoterapeuta responsabile del centro antiviolenza Aretusa)

Orientarsi nel mondo del lavoro digitale (Benedetta Cangioli Psicologa e Consulente per l'orientamento professionale)

La musicoterapia sotto il lockdown (Giorgia del Mese Piscologa, Psicoterapeuta e Musicoterapeuta)

I ricordi in digitale (Francesca Guerrini fotografa)

CALL X VOICES

Conclusioni?

Sondaggio sulle distrazioni digitali

Appendice approfondimenti

Risorse online (sitografia)

Introduzione alle (in)dipendenze digitali

Dopo Generazioni a confronto ecco un’altra opera collettiva di ascolto dei desideri e dei disagi di coloro che si rapportano ai nuovi mezzi di comunicazione digitale e stavolta con un focus di domande impertinenti sulse e come stiamo sviluppando delle dipendenze da S martphone e accrocchi tecnologici affini.

Un puzzle composto da interviste, saggi, testimonianze ed approfondimenti per indirizzare il dibattito su alcune questioni strategiche come il confronto generazionale, il ruolo degli algoritmi nelle nostre vite digitali, la questione di genere, la voglia di (dis)informazione; interviste ad esperti del settore ma anche voci di comuni, mortali, dirette/i interessate/i. Punti di vista diversi perché siamo convinti che “uscire dalle bolle delle stesse identiche opinioni” sia fondamentale per provare ad interpretare una questione complessa come il Digitale.

T esti ma anche voci perché bisogna farsi coinvolgere su un argomento così forte, farsi travolgere dai toni così alti ma anche così bassi di chi ha avuto il coraggio di esporsi e rispondere.

Di nuovo scegliamo una licenza creative commons perché questi contributi non vanno tenuti chiusi nel cassetto ma fatti circolare per stimolare un dibattito collettivo nella nostra società, ci sembra semplicemente indispensabile, alla luce dei cambiamenti epocali che stiamo vivendo a cominciare dallo smart-working e dalla didattica a distanza.

Un libro che si può definire libro diffuso (in Rete) in quanto deriva dalle attività del nostroblog, dalla raccolta di podcast Radio Diffusa su netreputation.it oltre ad altri approfondimenti selezionati da noi. Ogni contenuto rappresenta un frammento, una tessera del puzzle,abbiamo scelto di riportare solo degli estratti che dovrebbero incuriosire, appassionare il lettore a tal punto da fare un click, desideroso di ascoltare o leggere tutto il resto, l’intervento completo.

Un libro diffuso perché la condivisione in Rete e la sua integrità è un bene comune a cui non possiamo rinunciare.

Di nuovo con la speranza che saranno, anche stavolta, in tante/i a scaricare, leggere, condividere questo digitale diffuso.

Progetti Innovativi

Cosa vuol dire fare innovazione? Inventare qualcosa di nuovo oppure utilizzare ciò che abbiamo a disposizione in maniera nuova, diversa e quindi innovativa?

In questo capitolo il focus è ovviamente sul digitale ma anche su tutti quei progetti che hanno un’indubbia validità sociale nei termini di possibile crescita individuale e collettiva per non farsi sopraffare dal digitale ma viceversa interpretarlo in piena autonomia.

In questa sezione abbiamo pensato di raccontarvi (l’articolo a firmaVincEnMarco – Vincenzo Bianculli, Enrico Bisenzi, Marco Pini) come è nata Radio diffusa, di quanto sono importanti i Maker Space come luoghi di condivisione e crescita grazie alla testimonianza di Luca Ferroni. Luisa Baldeschi ha sottolineato quanto sia cruciale sviluppare l’intraprendenza in una epoca che tende a limitare le iniziative spontanee, Agnese Trocchi ci ha dimostrato come sia possibile fare cultura anche durante l’isolamento forzato attraversoopen source poetry, o ancora l’esperienza di Genny Carpinteri ed Elena Radicchi che hanno contribuito a sviluppare CultApp un’applicazione pensata da giovani studenti delle superiori per approfondire e conoscere il proprio territorio. Infine Stefano Alemanno ci ha descritto due servizi/progetti sociali Sostanze.info e You ngle che hanno saputo utilizzare le potenzialità del digitale per rispondere a dei bisogni giovanili e non...

Radio Diffusa (VincEnMarco)

MakerSpace come esempio di media education (Luca 'fero' Ferroni Docente, sviluppatore software, animatore del Maker Space della biblioteca di Fabriano)

Il covid ha reso molti di noi anti fragili (Luisa Baldeschi Formatrice in processi di Intraprendenza ed innovazione)

Progetto di arte collaborativa in rete (Agnese Trocchi scrittrice)

CultApp: come far utilizzare digitale e realtà aumentata ai ragazz* per promuovere luoghi culturali insoliti (Genny Carpinteri ed Elena Radicchi, docenti dell'ITT Marco Polo di Firenze. Referenti per i progetti europei e nazionali della scuola)

Supporto agli adolescenti tramite App (Stefano Alemanno media educator - Formatore – è stato responsabile per i progetti innovativi del Comune di Firenze)


Radio Diffusa
(VincEnMarco)

A proposito di progetti innovativi in questa sezione abbiamo pensato di raccontarvi come è nata l'idea di Radio diffusa (Le 3D del Digitale: Dipendenze, Distrazioni, Disinformazione), con l'auspicio di ispirare anche altre iniziative simili e di contribuire ad aprire un confronto collettivo sull’impatto del Digitale nelle nostre vite.

Era il lontano 26 dicembre 2020, arriva una mail di Enrico Bisenzi che ci propone di creare una radio, una web radio. Inizialmente la sua idea sembra difficilmente realizzabile, ma visto che le sfide ci piacciono decidiamo di provarci.

La prima parte del lavoro ci ha visto impegnati a trovare la piattaforma giusta per gestire le dirette, la nostra scelta è ricaduta su Jitsi, sistema Open Source molto diffuso e completo, un’ottima alternativa alle piattaforme proprietarie di proprietà di Google, Microsoft ecc.

Trovato il “mezzo di comunicazione” ci serviva la banda, ovvero qualcuno che ci ospitasse sul proprio server, in modo da garantirci una certa stabilità delle trasmissioni online, per non correre il rischio di cascare (andare off-line) lasciando soli i nostri ascoltatori in balia del web. Il solito Enrico trovò la soluzione, “ Io resto a casa” un bellissimo progetto nato durante il lockdown per offrire banda a tutti gli internauti.

Grazie al supporto di Riccardo e Luca anche la connessione non era più un problema, avevamo trovato la nostra stanza virtuale da cui trasmettere Radio Diffusa. Un paio di settimane per testare la parte tecnica approfondendo la conoscenza della " diretta su YouTube" ed eravamo pronti, a questo punto si trattava di invitare gli ospiti perché la nostra volontà era di affrontare il Digitale in modo conviviale, con altre persone di vari ambiti, competenze diverse, sensibilità differenti, opinioni non per forza coincidenti con le nostre, convinti che solo grazie ad un confronto collettivo si potesse provare a leggere la “complessità del Digitale”. Visto che era la prima puntata abbiamo pensato di rivolgerci ad alcuni amici che travolti dal nostro entusiasmo hanno accettato di cimentarsi in questa avventura.

I l 13 febbraio va in onda la prima puntata di Radio diffusa , avevamo scelto questa data perché era la Giornata Mondiale della Radio e nel nostro piccolo ci sembrava un bell’omaggio, si sposava bene con il nostro obiettivo, intervistare persone di vari mondi che avessero a che fare con il digitale (addetti ai lavori, psicologhe, insegnanti, formatori, giornaliste ecc), cercando di raccontare i tanti aspetti (positivi e negativi) del Digitale.

Anche la Radio evolve e ci piace essere parte di questa evoluzione sperando di contribuire a far crescere consapevolezza ed autonomia digitale.

Non ci resta che lasciarvi ai frammenti degli interventi (saggi, podcast, interviste, approfondimenti) sperando che li troviate interessanti e che vogliate fruirli nella loro interezza, in fondo ad ogni “frammento” troverete il collegamento per leggere o ascoltare l’intervento integrale!

Grazie.
(VincEnMarco).

MakerSpace come esempio di media education
(Luca 'fero' Ferroni Docente, sviluppatore software, animatore del Maker Space della biblioteca di Fabriano)

Innanzitutto noi siamo ilMaker Space di Fabriano, ospitato nellaB iblioteca multimediale di Fabriano (Roma) Romualdo Sassi ... questo è importante per noi perché vogliamo esprimere un legame con il nostro territorio... che impatta... sul contesto fisico o digitale... il legame con la Biblioteca è altresì importante...

l'idea di questo Maker Space deriva dal filone Maker sviluppato nel Nord America per poter diffondere la cultura digitale... al pari della cultura tradizionale... quindi per esempio in Biblioteca ci vai per leggere dei libri oppure per consultare dispositivi e supporti multimediali... ma negli ultimi anni ci si va [in Biblioteca] anche per sperimentare insieme... per capire come funzionano le cose... condividendo idee ed esperienze... un po come facevano gli antichi viaggiatori nella biblioteca di Alessandria ... immaginiamo questo noi... lo facciamo attraverso un gruppo multi generazionale e multiculturale…”

ASCOLTA O LEGGI I SOTTOTITOLI DELL’INTERVISTA INTEGRALE RILASCIATA A RADIO DIFFUSA:
https://youtu.be/HrVdZdLrNaI

Il covid ha reso molti di noi antifragili
(Luisa Baldeschi Formatrice in processi di Intraprendenza ed innovazione)

“...mantenere il coinvolgimento delle persone [in DAD – Didattica a Distanza durante i corsi di formazione a distanza] implica che ci sia uno sforzo in più abbiamo dovuto costruire uno script... una sceneggiatura... un percorso disegnato con delle fasi e con dei momenti, con degli esercizi… è stato molto bello anche googlare per trovare Software che potevamo usare per rendere l'esperienza didattica più interattiva...

D a diversi anni abbiamo abbinato il teatro ai nostri percorsi per essere più intraprendenti… per avere più controllo su quello che facciamo.. per essere più motivate... più focalizzate sui nostri obiettivi… usiamo il teatro come esperienza che può contribuire a sbloccare una situazione di stallo professionale, di studio, di difficoltà familiare...essere intraprendenti significa anche assumere un abito... io mi sento intraprendente non solo imprenditrice ma prima ancora di esserlo devo saper interpretare questo ruolo…

il teatro ti aiuta a capire chi sei ed a camminare su questa linea molto sottile tra chi sei tu... e chi è il tuo personaggio...

Quindi incarni una certa ambiguità sei te stesso ma sulla scena sei un’altra persona... chiediamo ai ragazzi di fare delle cose che non sanno fare…

Vogliamorenderli autonomi non renderli succubi del dispositivo… o di quello che vedono online ma in grado di capire come funziona impossessarsene un po'…

ASCOLTA O LEGGI I SOTTOTITOLI DELL’INTERVISTA INTEGRALE RILASCIATA A RADIO DIFFUSA:
https://youtu.be/eSd02Oa533Q

Progetto di arte collaborativa in rete
(Agnese Trocchi scrittrice)

“...questo progetto che io porto avanti con due care amiche ed artiste che sono Diane Ludin e Francesca Da Rimini...

Diane Ludin vive a New York e collaboro con lei dagli anni da fine anni 90 e Francesca Da Rimini invece abita ad Adelaide in Australia...

Il progetto è Open Source Poetry ed è un progetto di poesia collettiva ...

una veloce passata col fuoco prima di passarla per levarmi il C ovid ma sono in isolamento e dunque me la passo codice quando il muro codice il fila per un codice migliori prassi...codice se il caso codice stai qua codice non sederti qui codice non si leva codice che hai rotto…

ASCOLTA O LEGGI I SOTTOTITOLI DELL’INTERVISTA INTEGRALE RILASCIATA A RADIO DIFFUSA:
https://youtu.be/2ocxbXgG7JI

CultApp: come far utilizzare digitale e realtà aumentata ai ragazz* per promuovere luoghi culturali insoliti
(Genny Carpinteri ed Elena Radicchi, docenti dell'ITT Marco Polo di Firenze. Referenti per i progetti europei e nazionali della scuola)

" Grazie al digitale i ragazzi, se ben motivati e stimolati, possono acquisire conoscenze , approfondire tematiche molto interessanti per la promozione del territorio, dell'arte e della cultura sfruttando le potenzialità offerte dal digitale… Se li stimoliamo ad utilizzare il digitale per la valorizzazione del territorio e della cultura “ci credono”...

    La realtà aumentata ci consente attraverso un device come lo smartphone… di inquadrare un'opera d'arte ma potrebbe essere un qualsiasi oggetto del mondo reale che viene arricchito attraverso... per esempio... delle immagini... dei video... dei testi... la realtà aumentata ci consente di arricchire l'esperienza che stiamo vivendo nel contesto reale…"

ASCOLTA O LEGGI I SOTTOTITOLI DELL’INTERVISTA INTEGRALE RILASCIATA A RADIO DIFFUSA:
https://youtu.be/OfrxuBgCWQo


Supporto agli adolescenti tramite App
(Stefano Alemanno media educator - Formatore – è stato responsabile per i progetti innovativi del Comune di Firenze)

“... ho deciso di fare una scommessa... quella di portare i nostri servizi pubblici per le tossicodipendenze S.E.R.T. online.. cioè andare a d intercettare un pubblico che ci era praticamente sconosciuto... sostanze.info nasce da questa idea nel lontano 2007... coinvolgendo tutta una serie di professionisti che lavorano normalmente nei servizi di cura delle tossicodipendenze... psicologi... assistenti sociali... medici... tossicologi... per realizzare un servizio anonimo sicuro nel quale ognuno poteva esprimersi... raccontare la propria storia... raccontare il disagio ma anche condividere la propria esperienza... abbiamo avuto dei numeri piuttosto interessanti... due anni fa abbiamo toccato i 10 milioni di contatti unici... che vuol dire non 10 milioni di tossicodipendenti... ma semplicemente di consumatori di sostanze o persone che hanno problemi con l'uso delle sostanze... questo è un dettaglio molto importante secondo me... piace sottolinearlo perché è un po una delle logiche alla base del mio lavoro... il fatto di intercettare il pubblico non offrendogli chissà che cosa... ma cercando di capire quali sono le sue esigenze... i bisogni delle persone...

Su sostanze.info non abbiamo quella soglia di accesso che hanno normalmente tutti i servizi di prevenzione e di assistenze... ad esempio non c'è l'obbligo di recarsi in un posto fisico ad un determinato orario... è un servizio h24... aperto...

Youngle invece è costruito da una serie di centri presenti in varie regioni d'Italia... una redazione composta da una decina di ragazzi che sono i peer coordinati da un terapeuta, uno psicologo... sono online due volte... una volta... tre volte alla settimana... chattando con i loro coetanei... lo psicologo non ha il ruolo di intervenire nelle chat ma ascolta... ed aiuta eventualmente il peer (il ragazzo/a) se è in difficoltà... Ci sono poi degli incontri in presenza per discutere delle risposte che i peer hanno fornito...

S econdo me è importantissimo in questo tipo di interazione... di relazione non giudicare... l'assenza di giudizio è fondamentale non solo per l'adulto ma anche per l'adolescente... soprattutto per i nostri adolescenti che vivono oramai in un mondo molto giudicante…”

ASCOLTA O LEGGI I SOTTOTITOLI DELL’INTERVISTA INTEGRALE RILASCIATA A RADIO DIFFUSA:
https://youtu.be/KPSSkgaGewU

Tecnologia e Marketing

Può esistere un marketing che sia eticamente accettabile? E soprattuttoquali sono i filoni della tecnologia che stanno maggiormente impattando il business del marketing digitale ? Domande complicate alle quali i nostri ospiti hanno provato a rispondere.

Siamo noi a scegliere cosa vedere o gli algoritmi ci “consigliano” quali contenuti sono “giusti” per noi? Possiamo considerarlo come un dubbio amletico 2.0, cheMarco Pini ha tentato di approfondire nel suo articoloAlgoritmi e scelte consapevoli,Walid Gabteni ci ha spiegato come funziona e che cos’è ilPageRank uno dei parametri chiave del funzionamento di Google. Alessandro Corina ha descritto la potenza e l’influenza delle recensioni in ambito turistico, Federico Gagliarde ci ha messo in guardia, invitandoci ad un uso critico e consapevole delle piattaforme digitali che utilizziamo ogni giorno. InfineAnita Montagna ci ha raccontato come l’ Intelligenza Artificiale può anche diventare uno strumento sociale finalizzato a risolvere piccoli e grandi problemi.

Algoritmi e scelte consapevoli (Marco Pini UX Designer & SEO - Media Educator)

L'impatto del digitale sul turismo (Alessandro Corina sociologo e ricercatore)

Un digital marketing etico è possibile? (Federico Gagliarde - CEO dell'Agenzia di Marketing oltremira srl)

Artificial intelligence for good (Anita Montagna PhD in Neuroscienze cognitive dello sviluppo)

    Algoritmi e scelte consapevoli
    (Marco Pini UX Designer & SEO - Media Educator)

Cosa succede quando facciamo una ricerca su Google ? Oppure quando accediamo ad un social network ? In una frazione di secondo ci vengono date risposte o proposti contenuti da fruire.

Gli algoritmi scelgono cosa mostrarci provando ad interpretare i nostri desideri o le nostre domande . Per farlo si basano su tantissimi “fattori”, spesso opachi (non noti perché protetti dai brevetti delle aziende che posseggono motori di ricerca e i Social su cui quotidianamente interagiamo) cos’hanno in comune questi fattori? in che contesto gli algoritmi sono chiamati ad operare?

Siamo abituati a pensare, come utenti che fruiscono dei tanti servizi (apparentemente gratuiti) della rete che siamo sempre noi a scegliere, a guidare i nostri percorsi. In realtà le piattaforme, le interfacce sono “ambienti complessi” che abitiamo e che spesso cercano di “portarci a compier e determinate operazioni”.

Se gli algoritmi possono “spingerci” (o invogliare) ad acquistare un prodotto possono fare la stessa cosa anche per indurci a votare in un certo modo, certo NON saremo tutti influenzati (o influenzabili allo stesso identico modo).

Credo sia fondamentale capire cosa avviene quando facciamo una ricerca suGoogle, quando accediamo ad un Social o quando navigando su un sito internet visualizziamo un post in particolare quando tratta di argomenti per noi vitali per esempio: Covid, Sanità, Politica…

LEGGI L’INTERVENTO INTEGRALE SU:
https://www.netreputation.it/algoritmi-e-scelte-consapevoli/

Il Page Rank è democratico?
(Walid Gabteni consulente SEO LightOnSeo.com)

“...bisogna capire un grande problema che ha un motore di ricerca come Google... ha troppe informazioni... quindi i motori di ricerca non hanno difficoltà a reperire contenuti... il vero problema è come ordinarli, come presentare questi risultati agli utenti che hanno effettuato una ricerca… è qui che entra in gioco il PageRank... una specie di punteggio calcolato da Google per ogni pagina web… che cerca di misurare l'importanza della pagina... più una pagina riceve dei link che sono considerati come delle citazioni e più che il suo PageRank sarà elevato.. maattenzione... non tutti i link sono ugua li, hanno uno stesso peso ... un link che viene da una pagina molto autorevole che ha anche un alto PageRank avrà molto più valore rispetto ad un link che proviene da una pagina poco conosciuta… per questo sono s pesso premiate le stesse pagine... gli stessi siti web… perché hanno un PageRank molto elevato... quindi è difficile trovare delle notizie su alcuni argomenti importanti che non vengono dai giornali più famosi... quindi è molto difficile ad esempio per un'informazione diciamo alternativa ma di qualità farsi un posto in questo mondo...

Succedeva spesso che chi aveva un blog che scriveva anche informazioni false... poteva posizionarsi spingendo la propria pagina andando ad ottenere i link da altri siti web [ed ancora può essere così] ... per contrastare questo questo problema Google ha usato e sta usando… varie strategie... per esempio l'intelligenza artificiale prova a leggere sul sito anche altri dati che potrebbero aiutare il motore di ricerca a capire se questa fonte è autorevole se merita davvero... se può parlare di salute... ”

ASCOLTA O LEGGI I SOTTOTITOLI DELL’INTERVISTA INTEGRALE RILASCIATA A RADIO DIFFUSA:
https://youtu.be/mBjUixrDwLI

    L'impatto del digitale sul turismo
    (Alessandro Corina sociologo e ricercatore)

“... chiaramente questo avvento delle recensioni in ambito turistico da un lato è stata una rivoluzione, dall'altro lato in un certo senso è stata in realtà un'istituzionalizzazione globale e digitale del consiglio ... un concetto di un meccanismo molto semplice che è quello del passaparola... lo stesso principio per cui ieri tendevamo ad andare ad un ristorante perché ce lo consigliava un amico... per lo stesso principio oggi quando ci troviamo in una città che non è la nostra... che non conosciamo, prima di andarci a sedere da qualche parte per mangiare tendiamo a consultare TripAdvisor ... abbiamo bisogno come dire di una consulenza... ...e quindi da questo punto di vista... è stata una rivoluzione non tanto come meccanismo ma quanto come moltiplicatore... perché naturalmente quel passaparola che prima era accessibile soltanto nelle relazioni interpersonali con gli amici oggi viene istituzionalizzato a livello globale e digitale ed è accessibile a tutti... in prima battuta questa cosa per gli operatori turistici fu vista come una una minaccia…

O ggi non possiamo scegliere di vivere indipendentemente dal web ... perché comunque il web parla di noi... ci recensisce... nascono recensioni che noi... lo vogliamo o no... quindi tanto vale starci dentro... avere il proprio profilo sui vari portali... controllarlo in modo da poter monitorare eventualmente le recensioni negative e poter appunto anche avere dei feedback…

    L'altro tema è che lo strumento delle recensioni in realtà è una grande risorsa per gli operatori che lavorano bene ... perché questo effetto moltiplicatore del passaparola è una straordinaria opportunità... anche perché da un lato ormai è abbastanza consolidato il fatto che i turisti non prenotino in un albergo privo di recensioni…

La maggior parte delle recensioni sono positive... delle recensioni genuine non create dell'industria delle recensioni... la maggior parte della recensioni sono positive perché in realtà il consumatore è molto più propenso a lodare l'operatore, il ristoratore, l'albergatore, il servizio dove si è trovato bene piuttosto che a criticarlo...

...c'è però un meccanismo matematico che da tempo è sempre lo stesso: su cento clienti insoddisfatti magari ce ne sono dieci che manifestano la propria critica... all'esercente... all'operatore... che quindi accendono una lampadina all'operatore... si può lavorare meglio... perché magari offrono degli spunti costruttivi... gli altri novanta clienti insoddisfatti magari non criticano però producono... come dire... un passaparola negativo... generando ciascuno di essi altre decine e decine di contatti negativi... che quindi contribuiscono a creare un'opinione negativa dell'attività.... e soprattutto all'esercente non è in grado di controllarli... non è in grado di intercettarli... questi questi pareri negativi o comunque queste critiche (quelli offline nota della redazione)... viceversa attraverso questi strumenti tutto diventa più controllabile... e non solo anche la recensione negativa in se l'operatore bravo è in grado di trasformarla in un'opportunità…”

    ASCOLTA O LEGGI I SOTTOTITOLI DELL’INTERVISTA INTEGRALE RILASCIATA A RADIO DIFFUSA:
    https://youtu.be/t6vIFTJwis4

Un digital marketing etico è possibile?
(Federico Gagliarde - CEO dell'Agenzia di Marketing oltremira srl)

Secondo me dobbiamo partire dalla considerazione di che cos'è il digitale...il digitale lo concepirei come un luogo ... e come qualsiasi luogo ha le sue dinamiche... ci sono varie modalità di stare in quel luogo... ci sono modalità da fruitore... ci sono modalità da creatore... ci sono da modalità vettore...

Le grandi piattaforme creano all'interno del luogo che è il digitale un sotto-luogo che è privato... in cui si entra in delle dinamiche aziendali...

Quando sentiamo l'argomento gratuito da un pochino fastidio... da un pochino fastidio... perché l'utilizzo [della parola] gratuito inganna , a mio avviso, l'utente... è ingannato sull'utilizzo... della piattaforma... un luogo creato da un'azienda con le sue dinamiche che puntano ad avere un reddito... un fatturato... ecco che influenza la fruizione di questo luogo..


ASCOLTA O LEGGI I SOTTOTITOLI DELL’INTERVISTA INTEGRALE RILASCIATA A RADIO DIFFUSA:
https://youtu.be/FJTUAWJQC9c


Artificial intelligence for good
(Anita Montagna PhD in Neuroscienze cognitive dello sviluppo)

“...quando parliamo di sviluppo... quindi di persone che crescono... di individui che cambiano... non possiamo non pensare sistemi complessi... i dati e le storie delle persone sono storie complesse... che hanno al proprio interno una mole di dati se vogliamo parlare in termini tecnici variegati... e complessissimi... quindi non possiamo non pensare alle relazioni... alla componente biologica... l'aria che respiriamo... al cibo che mangiamo... alle persone con cui cresciamo... al quartiere in cui viviamo... e qui ho incontrato l'intelligenza artificiale... proprio perché ci dà la possibilità di mettere insieme... di digerire in qualche modo... questa mole... questa complessità di storie personali...

    ... cerchiamo di capire quali sono i segnali precoci... che ci possono mettere in allarme... per capire... per poi intervenire... intervenire precocemente... quindi l'idea all'interno del contesto orientamento... l'applicazione dell'intelligenza artificiale in questo contesto ha a che fare con la previsione di chi? il rischio di abbandoni in questo è uno degli esempi... per questo probabilmente è una delle tematiche più interessanti al momento... che si sta sviluppando in tante parti del mondo... l'idea è quella di intervenire precocemente e prevenire... l'abbandono... stiamo cercando di utilizzare l'intelligenza artificiale ... per come vi dicevo prima... trovare dei flag... trovare delle caratteristiche nei primi mesi di di università... che ci possono dire chi è a rischio di abbandono ... lavoriamo su questo insieme a un team di pedagogisti e di esperti di intelligence tutoring ovvero di tutorato intelligente... per costruire dei servizi nuovi... delle nuove modalità di servizi di tutorato... che possano rispondere in modo particolare ai problemi di quegli studenti che identificheremo come a rischio...

stiamo cercando di trovare un modo più veloce più semplice e affidabile per valutare le competenze dei migranti in arrivo ... cercando di far fronte in maniera smart a tutte le complessità del caso... ben capite hanno a che fare con la componente linguistica... la componente culturale... la questione tempo... e su questo stiamo lavorando... in un lavoro veramente sfidante è incredibilmente complesso e abbiamo lavorato con un team di esperti di psicometria... quindi di sviluppo di test... che valutano competenze di vario tipo... abbiamo sviluppato un test... e ora gli esperti di intelligenza artificiale stanno cercando di mettere insieme... ovviamente da un punto di vista puramente matematico di AI... di correlare i risultati dei test di competenze...

l'idea è quella di usare solamente i giochi per riuscire a prevedere qual è il profilo di competenze ... come se l'utente X avesse fatto una sessione di test di due ore e mezzo... tutto questo partendo da una sessione invece di gioco di dieci minuti... che non ha a che fare con la componente linguistica... che non ha bisogno di requisiti tecnici…”

ASCOLTA O LEGGI I SOTTOTITOLI DELL’INTERVISTA INTEGRALE RILASCIATA A RADIO DIFFUSA:
https://youtu.be/NEZcFxLSq98

Scuola e Formazione

La DAD è il male necessario o il bene assoluto? Nessuno dei due ovviamente ma non possiamo nasconderci dietro un dito ( pardon dietro un mouse) e far finta che questa accelerazione verso una società sempre più digitalizzata (smart) non stia travolgendo anche il settore della formazione.

Ritrovarsi tutti davanti ad un monitor senza un preavviso e senza una dovuta formazione, senza magari un PC o una connessione veloce ha costretto docenti e discenti di ogni età, a grandi capacità di adattamento per provare a risolvere piccoli e grandi problemi ( Mi sentite? La Cam è accesa? Sono offline? Ma ci siete… mi state realmente seguendo? )

Alcuni come Onofrio Catarchio visto la sperimentazione fatta attraverso il proprio lavoro, hanno accusato meno il colpo, qualcuno come CIRCEX ha pensato di condividere un vademecum per affrontare questa nuova situazione di Didattica A Distanza.Mirella Castigli ha intervistato due docentiManuela Bisceglie, che ha raccontato come la Dad possa anche abbattere le distanze e rendere tutti/e più vicini/e, ed Emanuele Magli che ha invece sottolineato l’importanza della netiquette ( regole di comportamento che favoriscono il rispetto reciproco tra gli utenti in internet ) per uno scambio più rispettoso ed inclusivo. Il racconto di Erika Fulceri testimonia come i ragazzi si siano adattati velocemente al nuovo “setting”, mentre nella parte finale troviamo due interventi di Luca Capiluppi che invita chi fa formazione ad emozionare i propri ascoltatori, catturare la loro attenzione partendo da fatti reali e non da schemi preconfezionati.

A ruota libera sulle Distrazioni Digitali (Onofrio Catacchio docente Accademia delle Belle Arti di Bologna)

Formare a Distanza? (CIRCEX Centro Internazionale di Ricerca per le Convivialità Elettriche)

Intervista di Mirella Castigli al docente di conservatorio Manuela Bisceglie

La DAD come viene vissuta dalle famiglie, dai giovanissimi studenti e dagli adulti (Erika Fulceri Coordinatrice desk accoglienza Centro per le famiglie "Il Melograno"​)

Il lavoro di gruppo a distanza (Luca Capiluppi psicologo ed orientatore formativo e lavorativo)

Vuoi attenzione? Crea interesse (Luca Capiluppi psicologo ed orientatore formativo e lavorativo)

      A ruota libera sulle Distrazioni Digitali
      (Onofrio Catacchio docente Accademia delle Belle Arti di Bologna)

“...il mio passaggio dall'analogico al digitale in un frangente come quello recente della pandemia... che insomma in qualche modo ha costretto bene o male tutti ad adattarsi con una certa urgenza alla comunicazione digitale... nel nostro caso come insegnanti con la didattica a distanza... ed il passaggio... come dire rapido fluido a questo tipo di adattamento al digitale... per quanto riguarda la didattica... almeno nel mio caso è dovuto al fatto che in qualche mododa autore di fumetti ed anche da insegnante... perché comunque non era completamente trascurato l'aspetto del digitale della comunicazione con i ragazzi…”

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    https://youtu.be/7PzWcDdIpck

      Formare a Distanza?
      (CIRCEX Centro Internazionale di Ricerca per le Convivialità Elettriche)

“...perché insomma questo libro [Formare A Distanza?] vuole essere anche un po' un piccolo vademecum... un piccolo manuale... qualcosa da portarsi appresso anche per "diciamo fra virgolette" il primo soccorso... infatti il libro nasce nel nei primi mesi della pandemia nella prima edizione e l'abbiamo fatto uscire a giugno... luglio? Forse luglio 2020... quindi proprio freschi freschi di lockdown e quindi è proprio un libro che è stato scritto sul momento... per riuscire a dotarci immediatamente di una piccola cassetta degli attrezzi che ci aiutasse a districarci in questa cosa che era un po nuova per tutti…

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https://youtu.be/fRyFvow5g1A



Intervista di Mirella Castigli
al docente di conservatorio Manuela Bisceglie

...la DAD non è un fallimento, anzi! La DAD permette di entrare nelle case degli allievi, in una sfera che nella lezione in istituto non si raggiunge e lo stesso ovviamente vale per l’allievo che “vede” il suo docente nella sua sfera domestica e non istituzionale. ( Penso a tutte le lavoratrici madri come me di due bambini piccoli e alle acrobazie che siamo capaci di fare per rimanere concentrate sul nostro lavoro, mentre intorno a noi scoppia l’ennesima lotta di cuscini o l’ennesima tragedia dovuta a chi userà la macchinina di un determinato colore e chi l’altra ).

Questo abbattimento forzato della parete della sfera privata ha sopperito forse all’assenza “fisica” creando comunque un rapporto meno formale e forse ha contribuito ad aumentare la fiducia reciproca . Inoltre, il non essere legati alla disponibilità di un’aula ha inevitabilmente modificato i tempi della lezione, che non erano più solo quelli previsti dal regolamento didattico, ma sono diventati quelli di cui ciascun allievo ha avuto bisogno: con la DAD abbiamo spesso sforato i tempi, se ce n’era la necessità, sapendo che tanto eravamo tutti a casa nostra e la scuola non chiudeva.

Senza parlare di tutti i video ed esercitazioni che ciascun allievo mi ha mandato ad ogni ora del giorno. Posso dire la mia classe ha lavorato tantissimo in DAD e che, sia per me come docente, e, da quello che mi hanno riportato gli allievi, anche per loro, se non ci fosse stata la DAD il lockdown sarebbe stato molto più pesante da sopportare, e non solo perché avrebbero davvero perso un anno di studio, ma anche perché rimanere chiusi in casa nell’incertezza per il futuro, non poter “lavorare” per quel futuro sarebbe stato inaccettabile…”

LEGGI L’INTERVENTO INTEGRALE SU:

https://www.netreputation.it/intervista-di-mirella-castigli-al-docente-di-conservatorio-manuela-bisceglie/

Intervista di Mirella Castigli al docente Emanuele Magli

Credo che l’empatia sia una dote importante in qualsiasi ambito. Sapersi mettere nei panni di qualcuno e comprenderne le emozioni, consente a ognuno di avere un approccio più adeguato nei confronti dell’altro. Apparentemente, la distanza ci fa percepire meno importante questa qualità che, invece, credo sia fondamentale.

Il rispetto delle regole della netiquette, per esempio, impedisce il verificarsi di episodi sgradevoli tra i ragazzi che, spesso, non colgono immediatamente le possibili conseguenze delle loro azioni. Mettersi nei panni di qualcun altro aiuta i ragazzi a domandarsi preventivamente quali potrebbero essere sugli altri gli effetti di una loro azione ; domandarsi “se facessero a me questa cosa, come mi sentirei?” potrebbe essere un primo deterrente all’agire d’impulso.

A scuola, ma anche nella vita quotidiana, ci si illude di poter normare tutto per prevenire e sanzionare comportamenti scorretti, salvo poi constatare che questa operazione non solo è impossibile, ma anche inutile. Una buona educazione al rispetto degli altri, che accompagni i ragazzi fuori dal loro egocentrismo, sarebbe molto più efficace .

Loro lo capiscono, non sono impermeabili, tutt’altro; vanno solo accompagnati con tanta, tanta pazienza e autorevolezza.”

LEGGI L’INTERVENTO INTEGRALE SU:

https://www.netreputation.it/intervista-di-mirella-castigli-al-docente-emanuele-magli/

La DAD come viene vissuta dalle famiglie, dai giovanissimi studenti e dagli adulti
(Erika Fulceri Coordinatrice desk accoglienza Centro per le famiglie "Il Melograno"​)

“...per quanto riguarda la DAD in sé per sé per le ragazze era una pacchia... si vedeva proprio... sia per l'esperienza dei miei figli o dei ragazzi.. insomma si sentiva proprio che avevano voglia di stare a casa in pigiama... e bene o male di fare nulla...

...l'ultima esperienza che ho raccolto che mi ha lasciato un poco sorpresa perché pensavo che a questo punto i ragazzi avessero una voglia matta di tornare a scuola... di tornare a abbracciarsi... e vedersi in presenza... comunicare... poter uscire... e fare il tratto di strada insieme.... e tornare da scuola pensavo che questo davvero fosse una boccata d'ossigeno.... l'ultima ragazza che con cui ho parlato mi ha detto che l'anno prossimo farà la quinta superiore... dice speriamo che sia a distanza... e sono rimasta allibita anche perché la ragazza... anche una ragazza piena di entusiasmo... e quindi questo mi ha lasciato spiazzata perché non me lo sarei mai aspettato... ... ma come? ma non ti auguri di tornare in presenza? "ma no si sta tanto bene a casa"... e sono rimasta allibita... la riporto così... come me l'ha raccontata senza volerla infiocchettare o dare giudizi…”

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https://youtu.be/n1x0XlJuDM4



Il lavoro di gruppo a distanza
(Luca Capiluppi psicologo ed orientatore formativo e lavorativo)

“...la DAD ha fatto una cosa veramente forte... ha spostato il centro del controllo ... che prima avveniva all'interno dell'aula... mi dicevano quando andavo a scuola... "Seguimi... stai attento"...

"Mi stai ascoltando? Cosa stai facendo?"... ok questa la dinamica che permetteva al docente di tenere agganciato lo studente... quello sguardo perso da qualche parte ora non c'è … se vogliamo continuare ad utilizzare questo strumento bisogna spostare l'attenzione sui contenuti... fare in modo che i contenuti aggancino le persone... se tu riesci a portare dei contenuti... a un certo punto loro si accendono ... si accendono sia da un punto di vista attentivo... cioè ti seguono... ma anche a volte a livello di telecamere... è cambiato in questo senso secondo me la relazione e la comunicazione...

..all'interno della DAD è necessario ed è fondamentale stimolare e valorizzare quello che ti porta l'altro... ...la mia paura è quella che ci sia una corsa a farlo diventare una parentesi... e tornare a essere una parentesi secondo me sarebbe una perdita... perché comunque i vantaggi ci sono nell'utilizzo della DAD... nella possibilità di accorciare spazi… somministrare al momento dei questionari... dei sondaggi... giocando anche sull'aspetto del potersi esprimere senza essere giudicati…”

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https://youtu.be/mu36a1Yk_R4

Vuoi attenzione? Crea interesse
(Luca Capiluppi psicologo ed orientatore formativo e lavorativo)

Stai attento!” dice il professore all’alunno. “Perché non segui?”.

Che domanda… Veramente vogliamo sapere perché non ci ascoltano? Lo sappiamo benissimo. Non ci ascoltano perché non siamo interessanti. Attenzione (questa volta lo dico per davvero) non sono le cose che diciamo che non sono interessanti. È il modo in cui le diciamo. Siamo noiosi, lenti, piatti, ripetitivi.

È per questo che abbiamo bisogno di richiamare l’attenzione. Che assurdità!
Pensate, è un pò come se i registi avessero previsto di inserire nei film dei richiami all’attenzione per il pubblico che si annoia: durante una scena un po’ lenta scorre in sovraimpressione la scritta: “ siete pregati di stare attenti, se non lo farete aumenteremo il prezzo del vostro abbonamento al nostro canale in streaming!

Il punto è che se mi annoio cambio canale, e ne ho diritto. Ma in aula, l’alunno non può cambiare canale. Non può spegnere. O almeno diciamo che può cambiare canale mentale e sintonizzarsi altrove.

Le emozioni ci tengono incollati alla realtà, ci invogliano a scoprire di più. Il virtuale non è il luogo dove vorrei vivere, lavorare e incontrare le persone. Ma il mondo della comunicazione a distanza ha svelato quanto vuoti possono essere tanti nostri momenti comunicativi nella giornata. Non solo nell’insegnamento ma anche in altri contesti.

LEGGI L’INTERVENTO INTEGRALE SU:
https://www.netreputation.it/vuoi-attenzione-crea-interesse/

Infodemia e Fake news

Chi dice Cosa? Siamo davvero così manipolabili sia a livello di notizie, costruite in maniera fittizia, sia nel farci manipolare e relegare in una decina di piattaforme digitali gestite da pochi multimiliardari nord-americani o cinesi che oramai guardano oltre Marte per soddisfare le proprie brame di crescita? Lo scenario a ben guardare non è roseo ma con un pò di auto-consapevolezza forse riusciamo ancora a costruire delle vie di fuga e magari prospettive di liberazione.

Questa sezione tocca dei temi di estrema attualità e che coinvolgono ognuno di noi, Mirella Castigli ci ha parlato della black propaganda una deriva delle fake news, mentre l’Avv. Pasquale Giorgio ha fatto una panoramica dei principali accorgimenti che la legislatura italiana ha messo in campo contro la circolazione di notizie false .

Davide Lancagerella e Marco Pini hanno elencato una serie di consigli per analizzare questo frenetico flusso di informazioni. Loris Pinzani ha sapientemente spiegato come il sentimento della rabbia, sia spesso la causa dell’aggressività che si manifesta in post violenti ed insulti digitali. Alessandro Allori ed Enrico Bisenzi hanno raccontato esperienze dirette, il primo come il Covid è stato affrontato dai media in Portogallo con una interessante comparazione con quanto successo in Italia, mentre il secondo la censura effettuata sui contenuti di Radio Diffusa da YouTube. Infine Maurizio Mazzoneschi ha introdotto il tema della dipendenza, non nella direzione classica ovvero quella legata a Smartphone od internet, ma parlandoci di una dipendenza più “nascosta” ovvero quella correlata ai “server” ed alle infrastrutture della Rete.

Disinformazioni digitali (Mirella Castigli giornalista pubblicista blog scenaridigitali.info)

I risvolti legali dell'infodemia (Pasquale Giorgio avvocato)

Disinformazione ed infodemia (Davide Lancagerella addetto stampa e dir. resp. Agipress - Agenzia di Stampa Quotidiana)

Contrastare la diffusione di fake news grazie ai "principi" della media education (Marco Pini UX Designer & SEO - Media Educator)

Psicologia e comunicazione (Loris Pinzani piscoterapeuta cura rubrica psicologia per diversi media La7 e FirenzeToday in particolare)

Media e Infodemia differenze narrative (Alessandro Allori giornalista e blogger di Naturalmania.it)

YouTube: abbiamo un problema… qualche nota sulla prima puntata di Radio Diffusa (Enrico Bisenzi docente Accademia Belle Arti di Roma)

Informatica, Internet e dipendenze (Maurizio Mazzoneschi esperto di tecnologie della comunicazione programmatore formatore)

      Disinformazioni digitali
      (Mirella Castigli giornalista pubblicista blog scenaridigitali.info )

“..abbiamo conosciuto la parola... questa espressione o meglio lefake news quando è emersa la candidatura a presidente di Trump quindi quattro anni fa... però chiaramente le bufale sono sempre esistite soprattutto quello che è sempre esistito e purtroppo temo esisterà sempre sarà la grande propaganda... ...soprattutto la black propaganda quella che cerca di insinuare disinformazione magari all'interno di opinioni controverse... quindi ammantare di una pseudo verità insomma qualcosa che potrebbe essere verosimile ecco...

poi c'è l'avvelenatore di pozzi ... la notizia falsa... ...perché non è che ci sono solo ragazzini goliardici che spargono bufale... come poteva capitare quando eravamo ragazzini noi qui... c'è veramente una macchina del fango…”

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https://youtu.be/-nMk3L9Srt8

I risvolti legali dell'infodemia
(Pasquale Giorgio avvocato)

“...infodemia è un neologismo dei nostri giorni… la circolazione di una quantità eccessiva di informazioni talvolta non vagliate con accuratezza che rendono difficile orientarsi su un determinato argomento proprio per la difficoltà di individuare fonti affidabili...

bisogna partire da un principio fondamentale: il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero trova, come giusto che sia, un riconoscimento amplissimo dalla dichiarazione universale dei diritti umani... stabilisce che ogni diritto ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso anche quello di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo... questi diritti potrebbero essere limitati solo nella misura in cui la limitazione è giustificata dalla tutela di un interesse o diritto di pari rango... tra queste penso alla diffamazione …

si può porre una limitazione alla libertà di espressione del pensiero e delle idee per ciò che attiene le frasi discriminatorie a sfondo razziale etnico religioso ... pubblicazione e diffusione di notizie false esagerate o tendenziose … atte a turbare l'ordine pubblico... se l'azione [discriminatoria] viene compiuta attraverso l'utilizzo dei mass media l'azione diffamatoria ad esempio costituisce un’aggravante...

… bisognerebbe indirizzare le persone verso fonti attendibili... contrastare la disinformazione a tutti i livelli è assolutamente auspicabile...

… però quello che volevo mettere in evidenza è come gli strumenti legali di contrasto siano spuntati, ma sono spuntati anche per per offrire una garanzia a un diritto [esprimere la propria opinione] che necessariamente necessità di una tutela molto ampia…

mi chiedo chi sia una società privata [Twitter, Facebook…] per sospendere, chiudere l'account ad un soggetto... il problema che si pone è chi controllerà i controllori... chi si arroga il diritto di valutare quando un Tweet è in qualche modo pericoloso, denigratore…”

ASCOLTA O LEGGI I SOTTOTITOLI DELL’INTERVISTA INTEGRALE RILASCIATA A RADIO DIFFUSA:
https://youtu.be/L2GUg1gahoU

    Disinformazione ed infodemia
    (Davide Lancagerella addetto stampa e dir. resp. Agipress - Agenzia di Stampa Quotidiana)

“... da quando è scoppiata questa pandemia... la necessità di informazione da parte dei cittadini è diventata indispensabile, fondamentale... come AgiPress abbiamo capito che forse valeva la pena... sin da subito... diffondere... comunicare informazioni provenienti da fonti ufficiali... per creare un minimo di ordine da parte della mia testata su quello che era opportuno... ma soprattutto indispensabile comunicare all'esterno…

    La giusta fame di informazioni da parte dei cittadini... ha creato... questa macchina molto frenetica... un circo di informazioni...molte notizie erano... nell'arco di poche ore mutate... cambiate… hanno inciso molto anche i social network...condividere delle notizie che erano già superate... oppure annunciare delle notizie... prima delle conferenze stampa ufficiali del governo... questo creava confusione...

navigando sui social molte volte si trovano dei post legati a degli articoli pubblicati su testate farlocche... fasulle... il cui indirizzo web si avvicina molto a quello ufficiale... ecco questo è proprio disorientamento... quindi innanzitutto c'è da porre attenzione al nome della testata... al tipo di titolo che viene viene fatto... a volte vengono creati dei titoli sensazionalistici... per indurre al click... chi naviga su internet deve fare attenzione... capire se un titolo vuol trarre in inganno... fare attenzione al nome della testata... e attenzione anche a come viene scritto l'articolo...”

ASCOLTA O LEGGI I SOTTOTITOLI DELL’INTERVISTA INTEGRALE RILASCIATA A RADIO DIFFUSA:
https://youtu.be/pRVTi55nbuQ

    Contrastare la diffusione di fake news grazie ai "principi" della media education
    (Marco Pini UX Designer & SEO - Media Educator)

A mio giudizio per contrastare le fake news e la disinformazione NON serve la "censura" ma è necessario puntare sulla "media education".

La media education (educazione ai media e nuovi media) è fondamentale perché serve a:

1. Capire come funzionano i media

2. Aumentare le competenze legate alla comprensione di quanto leggiamo ascoltiamo e vediamo "sui media".

3. Comprendere il significato (anche quello tra le righe o nascosto) di un "messaggio". Per esempio molti utenti non riconoscono quando visualizzano una pubblicità o un normale articolo/post.

4. Spiegare COME costruire messaggi , le così dette competenze autoriali, fondamentali in un sistema dove "siamo tutti, potenzialmente autori di messaggi comunicativi", e quello che "scriviamo" sui social può essere offensivo, violento, alimentare pregiudizi.Le nostre azioni (ad esempio un commento su Facebook scritto senza pensare troppo) possono infatti contribuire alla diffusione di false notizie.

Per non cadere nella trappola delle notizie inventate (o della mala informazione) su internet è necessario in prima battuta:

1. conoscere come "funzionano" i "luoghi della rete" dove le fake news sembrano trovare maggiore diffusione.

2. comprendere cosa fare per interpretare correttamente un contenuto / una notizia che ci viene proposta in rete.

LEGGI L’INTERVENTO INTEGRALE SU:
https://www.marcopini.info/contrastare-la-diffusione-di-fake-news-grazie-ai-principi-della-media-education/

    Psicologia e comunicazione
    (Loris Pinzani piscoterapeuta cura rubrica psicologia per diversi media La7 e FirenzeToday in particolare)

La violenza è l'espressione dell'aggressività... il fenomeno è trasversale nelle fasce di età perché fa capo ad un argomento di psicologia che si chiama rabbia ... la rabbia espressa sui Social diventa aggressività... non è mai l'argomento che fa scattare la tensione... cioè io leggo di qualcosa su cui non sono daccordo, mi scatta la rabbia e martorizzo l'esecutore dell'articolo... o comunque chi la pensa diversamente da me... Non è mai così... nel senso che c'è una rabbia di fondo che si accende tutte le volte che c'è una scintilla...

Non è una cosa a sé stante provocata da quell’argomento principalmente... ma proviene da un background di rabbia che a volte è enorme... abnorme... [rabbia] che abbiamo dentro di noi ed è una rabbia come dire “baseline”.. una linea di base che è presente anche quando siamo calmi...

Si parte da una linea di base a cui poi si aggiunge una condizione che è effettivamente dovuta all'argomento in questione... questa condizione deve essere compresa bene da ognuno di noi... perchè se non capiamo questo ci sembra incredibile che persone assolutamente pacate ad un certo punto arrivino a sbranare... si fa per dire, l'interlocutore dall'altra parte del web ... questo accade perché la loro rabbia pregressa in quell'istante non viene esercitata verso una figura... in direzione di un individuo... con le sue espressioni... con la sua postura fisica... e quindi ognuno si sente libero di esprimere il suo grande giramento... senza nessun freno... lo butta fuori... ed è per questo che nel web la rabbia... molto spesso diventa aggressiva...

Un esempio.. dentro l'automobile... persone tranquille, dolcissime mandano al diavolo a destra ed a sinistra... imprecano... vorrebbero scendere dall’auto per spaccare la testa a quello solo perché si è fermato un attimo prima che scattasse il rosso... ma era già arancione... cosa sta a significare?

Sta a significare che quando siamo protetti, tra virgolette però protetti... da un involucro... che sia il fatto che sono nella mia stanza davanti al PC ... oppure, meglio ancora, al telefono... o ppure che sia dentro la mia automobile, mi sento protetto ... non mostro direttamente la mia faccia... il mio impeto... ma c'è un altro impeto che mi nasconde... in questi casi la rabbia ha un'espressione assolutamente più diretta... e generalmente quasi chiunque ha una diversa e più accentuata risposta alle sollecitazioni del mondo esterno... quel che succede nel web... succede nelle automobili... tra un po succederà anche nelle astronavi... perché guideremo anche quelle... quando non mostriamo direttamente noi stessi... quando non esercitiamo direttamente la nostra fisicità su quella di un altro... quando non vediamo direttamente l'espressione dell'altro... ”

ASCOLTA O LEGGI I SOTTOTITOLI DELL’INTERVISTA INTEGRALE RILASCIATA A RADIO DIFFUSA:
https://youtu.be/q_hyyKyBL8A

Media e Infodemia differenze narrative
(Alessandro Allori giornalista e blogger di Naturalmania.it)

“... fino a poco tempo fa nella città di Lisbona... si è notato delle differenze... da giornalista nella trattazione nella relazione tra i media portoghesi italiani in relazione al Covid... in Portogallo è stato è andata piuttosto bene... a Lisbona non c'era... colpevolizzazione...

dare numeri.. non è semplice senza una persona che te li spiega i numeri... tanti dati... creano confusione crea no una distorsione...
… i portoghesi hanno avuto problemi nella ricezione dei segnali di internet… non è un problema solo italiano è un problema di centro e periferia e di infrastrutture... nella stessa periferia di Lisbona che è immensa ci sono delle realtà un pò al limite …”

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https://youtu.be/KpErER_yaKw

      YouTube: abbiamo un problema… qualche nota sulla prima puntata di Radio Diffusa
      (Enrico Bisenzi docente Accademia Belle Arti di Roma)

“Sulle ali dell’entusiasmo tre bambinoni (sorvoliamo sull’età, per cortesia) sono saliti sulla navicella cyber-spaziale RADIO DIFFUSA, decollati con malcelata emozione e grazie alla infrastruttura tecnologicajitsi-iorestoacasa.work e alla banda e musica offerta da YouTube abbiamo potuto conoscere forme di comunicazione digitale che neanche sospettavamo …”

LEGGI L’INTERVENTO INTEGRALE SU:
https://www.netreputation.it/youtube-abbiamo-un-problema-qualche-nota-sulla-prima-puntata-di-radio-diffusa/

      Informatica, Internet e dipendenze
      (Maurizio Mazzoneschi esperto di tecnologie della comunicazione programmatore formatore)

“...sulla questione delle dipendenze dovute un pò all'architettura ed alle scelte architetturali sia commerciali che economiche della rete internet

… mi piace anche un po indicare quali potrebbero essere le alternative per uscire da queste dipendenze... ...questo mi sembra di cogliere nello spirito della vostra iniziativa ed in particolare di tre cose volevo parlare: ad iniziare dall'architettura client server e dal Cloud... pare che senza non si possa vivere… della questione dei software proprietari e non solo dei software proprietari ma anche dall'atteggiamento delle aziende... loro la chiamano fidelizzazione ma in realtà si tratta di fare login... e poi dei monopoli delle dipendenze create dai monopoli... parlerò di questi tre aspetti... di queste tre dipendenze…”

ASCOLTA O LEGGI I SOTTOTITOLI DELL’INTERVISTA INTEGRALE RILASCIATA A RADIO DIFFUSA:
https://youtu.be/0txKks944T0



Risvolti Sociali

Tutto questo digitale diffuso influisce nelle nostre vite e nella nostra psiche.

I risvolti sociali del digitale spesso non sono tangibili, perché si mescolano nella nostra quotidianità individuale, trasformano le nostre abitudini senza darci un segnale ben preciso. S olo riflettendo ed analizzando quanto succede intorno a noi, possiamo gestire i cambiamenti senza subirli passivamente.

Il capitolo si apre con i frammenti del saggio di Vincenzo Bianculli che da sociologo introduce una serie di importanti differenze generazionali sia da un punto di vista cognitivo che relazionale.

Essendo un tema molto ampio abbiamo deciso di intervistare esperti e professionisti di molti settori diversi: Annalisa Colanzi apre le “danze” chiarendo il rapporto tra la psicologia e il digitale, mentre Fabiana Galeotti ci ha parlato di quanto sia importante conoscere i social ed il web in generale per potersi rapportare con gli adolescenti, mentre Olga Piemontese ha dato utili consigli per la gestione del complesso triangolo genitori-figli-tecnologia.

Mirella Castigli sul tema della Dad ha intervistato sia Fausto Petrini secondo il quale il Covid ha palesato problemi non solo di banda, ma anche nell’organizzazione scuola come componente fondamentale per la crescita e l’educazione. Eva Ciampelli paragona il momento storico recente ad una sospensione delle nostre vite, indicando il digitale come un mezzo per rimanere ancorati ad un briciolo di normalità. Loris Pinzani ha parlato della Dad come scelta obbligata, ma che porterà importanti strascichi nelle menti dei ragazzi e delle ragazze, visto che determinate esperienze di vita sono fortemente legate ad una determinata età e quindi non rimandabili.

Scorrendo le pagine si arriva a due interventi che analizzano i pericoli della rete toccando due tematiche ben precise, da un lato Giuseppe Lodeserto approfondisce il rapporto tra giovani e vita digitale sottolineando l’importanza delle figure genitoriali come intermediari necessari per un corretto approccio ai media. Caterina Pafundi invece ha raccontato i pro e i contro della tecnologia all’interno della violenza di genere.

L’ultima parte vede protagoniste tre professioniste che con il digitale si sono dovute confrontare ed adattare per continuare il proprio lavoro: Benedetta Cangioli nel ruolo di orientatrice ha guidato i propri utenti a distanza nel complesso lavoro di “ cercare lavoro”, mentre Giorgia Del Mese ha dovuto ripensare il proprio stile e approccio declinando la musicoterapia come pratica a distanza. Infine Francesca Guerrini ci ha fatto capire come il mondo della fotografia sia diventato schiavo del cloud e di quanto il concetto di privacy sia sottovalutato.

Sull’orlo di un naufragio cognitivo e sociale (Vincenzo Bianculli formatore ed orientatore)

La psicologia incontra il digitale (Annalisa Colanzi psicologa e psicoterapeuta)

Adolescenti e dispositivi digitali (Fabiana Galeotti media educator)

Come gestire i limiti e il potenziale del digitale (Olga Piemontese Pedagogista Clinico e Mediatore Familiare)

Dipendenze Digitali (Intervista di Mirella Castigli a Fausto Petrini psicologo sociale e di comunità)

Dipendenze digitali: nessun dorma (Intervista di Mirella Castigli ad Eva Ciampelli psicologa specializzanda come psicoterapeuta cognitivo-comportamentale)

Adolescenti e dipendenze virtuali (Loris Pinzani piscoterapeuta cura rubrica psicologia per diversi media La7 e FirenzeToday in particolare)

I pericoli della rete (Giuseppe Lodeserto criminologo - ICT Security Manager)

Violenza di genere e relazioni digitali

(Caterina Pafundi psicologa psicoterapeuta responsabile del centro antiviolenza Aretusa)

Orientarsi nel mondo del lavoro digitale

(Benedetta Cangioli Psicologa e Consulente per l'orientamento professionale)

La musicoterapia sotto il lockdown

(Giorgia del Mese Piscologa e Musicoterapeuta)

I ricordi in digitale (Francesca Guerrini fotografa)

Sull’orlo di un naufragio cognitivo e sociale
(Vincenzo Bianculli formatore ed orientatore)

“...Qualcuno potrebbe sostenere che anche tramite i social network è possibile avviare discussioni, dialoghi con persone fisicamente lontane che potrebbero garantire un confronto ancora più stimolante.

Tutto vero, l’unico problema in cui si può incorrere risiede nel fatto che la contro-parte non sempre la scegliamo noi, mi riferisco alla radicale disintermediazione che i social permettono : non ci sono ruoli che schermano, non esistono posizioni che filtrano, ognuno può raggiungere l’altro con le sue parole, non conta che siano opportune e pertinenti, competenti, educate o meno.

L’interconnessione ci ha reso tutti più vicini, ma non ci ha dato automaticamente dei buoni vicini.

Trovandoci – specialmente gli adolescenti, forse – con un cervello tanto sensibile all’esclusione sociale, messaggini e social media sono terreno fertile per le emozioni negative .

Anche quando tutto va bene, la cadenza della comunicazione elettronica può essere problematica: si verifica spesso un ritardo della risposta, cosa che non avviene quando si comunica faccia a faccia. Provate a pensare a quello che succede quando mandate un messaggio. Se il destinatario non risponde immediatamente, forse vi chiederete perché. È arrabbiato? Non gli è piaciuto quello che ho scritto? Accade lo stesso quando si pubblica qualcosa su un social: tutti vogliono vedere i like, e se impiegano troppo tempo ad arrivare o non arrivano affatto, può subentrare l’ansia.

I social media potrebbero avere un ruolo nell’insorgere di sentimenti di inadeguatezza : tanti pubblicano in rete soltanto i loro successi, se trascorressero più tempo con gli amici in carne e ossa, forse capirebbero di non essere i soli a commettere errori. Ancora una volta è la mancata consapevolezza dei meccanismi di funzionamento dell’universo generale a generare una discrepanza tra ciò che percepiamo come reale e ciò che lo è davvero , e il superamento di questa discrasia non può che passare attraverso la citata consapevolezza che deriva dalla conoscenza della Rete e dei meccanismi che regolano le relazioni digitali.”

LEGGI L’INTERVENTO INTEGRALE SU:
https://www.netreputation.it/vincenzo-bianculli-sullorlo-di-un-naufragio-cognitivo-e-sociale/



La psicologia incontra il digitale
(Annalisa Colanzi psicologa e psicoterapeuta)

“...il confine tra delle condotte normali e dipendenza da Internet è molto difficile da definire... per esempio in termini clinici noi definiamo... consideriamo non tanto il tempo che il ragazzo trascorre online... ma come questo tempo viene utilizzato... purtroppo per i genitori non esiste un libretto di istruzioni su come fare o no determinate cose... quindi mi sentirei di consigliare di provare a comprendere il significato... che l'esperienza digitale sta avendo nel percorso di crescita del proprio figlio...

non è tanto importante vietare... imporre e obbligare… ma individuare delle alternative da proporre alle scelte adolescenziali ... spiegandone le ragioni che sono alla base... per aiutarli così a intraprendere delle decisioni consapevoli… che li portino a costruire un senso di responsabilità sempre più solido... sarebbe opportuno non tanto vietarne l'utilizzo [di internet] ma provare a cercare di dare ai propri figli un'adeguata educazione digitale... che si basi sull'informazione... creando insieme a loro percorsi di condivisione... che li aiutino a individuare i pericoli...

bisognerebbe imparare a nutrire i nostri figli con una dieta digitale equilibrata... trovare il tempo per stare insieme a loro davanti agli schermi... senza proibirli o lasciarli da soli... ma provare a condividere con loro momenti in cui si cercano insieme video o articoli legati alla scuola... per mostrare come internet possa essere veramente uno strumento utile anche per il loro apprendimento... far diventare la vita digitale dei nostri figli una parte del nostro lessico familiare…”

ASCOLTA O LEGGI I SOTTOTITOLI DELL’INTERVISTA INTEGRALE RILASCIATA A RADIO DIFFUSA:
https://youtu.be/xaHRtil_ztU

    Adolescenti e dispositivi digitali
    (Fabiana Galeotti media educator)

“il digitale ci sta cambiando... stiamo diventando virtuali... sempre di più... lavorando per servizi con il terzo settore... con target adolescenziale è necessario capire... in che misura intercettare questi nuovi bisogni... queste nuove modalità... di esprimerli... fondamentale immergersi nei linguaggi... partendo proprio dalle relazioni con ragazze... attraverso delle modalità di approccio esperienziali e sperimentali... e allo stesso tempo coinvolgenti e divertenti... quindi non perdendo di vista i contenuti ma passarli tramite nuovi codici... appunto... nuove modalità... quindi la media education è sia contenitore che contenuto allo stesso tempo...

La pedagogia nerd ... vuole indagare la relazione tra questi fenomeni culturali diversi ... approfondire quanto questo universo... che comprende videogiochi... animazioni fantasy ... fantascie z a... possa rivelarsi uno strumento di crescita per i ragazzi... soprattutto i ragazzi più fragili nel contesto delle relazioni con i pari... questi contesti distopici... se un tempo erano visti appunto come perdita di tempo... ora più che mai sono... spazi dell'esistenza... luoghi abitati per crescere... luoghi... di riflessione... e anche trasformazione...

il digitale è sì un grande tema di discussione... ma anche un linguaggio espressivo... dobbiamo capir n e i rischi... ma anche le opportunità bisogna creare attorno a questi ragazzi un clima di fiducia ... se si fidano di noi… e in qualche modo si sentono in pericolo ci chiederanno aiuto... e lo stesso vale per la scuola... se a scuola si parla di questi fenomeni e gli insegnanti sono attenti... ricettivi... i ragazzi avranno meno paura probabilmente a denunciare un fatto... e non solo saranno pronti a denunciare ma anche a mettere in atto reali strategie di difesa… quindi fondamentale ricordarci... come adulti significativi... di creare delle risorse educative…

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https://youtu.be/3WgQuZULtmI

    Come gestire i limiti e il potenziale del digitale
    (Olga Piemontese Pedagogista Clinico e Mediatore Familiare)

“...spesso prevale l'idea dell'insegnamento e quindi del passaggio di un'informazione affinché io apprendo... come utilizzare questo strumento nella maniera più tecnica... invece il valore sta proprio nella parola educazione… ma se ci soffermiamo solamente sul trasmettere un qualcosa che noi conosciamo all'altro ci limitiamo appunto al mero insegnamento... se invece crediamo nel potenziale prima di tutto dell'altro… quindi al valore delle persone che si incontrano... grazie ai mezzi... avviene una nuova modalità di formazione… l'opportunità di un trasferimento di valori e di principi che… andranno a sedimentarsi nelle vite di ognuno... di chi compartecipa a questa relazione digitale... per poi diventare gli strumenti futuri... se valorizziamo questi strumenti e siamo in grado di utilizzarli in maniera consapevole... in maniera competente... ovviamente tutto questo poi diventa un nuovo modo di vivere... un nuovo modo di stare in relazione con gli altri...

… a mio avviso decisamente più educativo... decisamente innovativo... e decisamente al passo con quello che sono gli strumenti che fanno parte della vita di tutti i giorni...

la dimensione dell'educare deve diventare ... il principio motore... ...nei primissimi servizi all'infanzia c'è già un approccio al digitale… e quindi i bambini lavorando già… da piccoli con questi strumenti… in realtà sono molto... competenti... imparano benissimo che cosa... possano fare... che cosa non possono fare... si sanno molto bene autoregolare... diciamo che se non scoprono che il digitale diventa un ripiego… e quindi un'opportunità per loro dire... ah mi sto annoiando... posso usare il digitale? Oppure non mangio... uso il digitale... e quindi diventa uno strumento altro... ecco allora i bambini si sanno veramente autogestire da soli... e non lo richiedono nemmeno... non è tanto quanto tempo... quanto siamo ferrei sulle regole... ma quanto veramente siamo prima di tutto esempio noi... perché anche lì io dico sempre... inutile pretendere che i nostri figli non ci chiedano telefoni smartphone tablet e computer televisione se poi noi siamo i primi che comunque diamo testimonianza di essere assorbiti ... valorizzare la relazione con l'altro... e quindi l'affettività e stare in comunicazione mentre magari siamo a tavola... rientrati da casa dal lavoro... e ci prendiamo del tempo per giocare insieme... oppure anche semplicemente per riordinare la stanza... o fare da mangiare o quel che sia... insomma quello che sono le quotidianità... la routine di tutti i giorni... però lo facciamo insieme... quindi se trasmettiamo l'interesse a stare in questa dimensione... di vicinanza... di relazione... i bambini si staccano molto tranquillamente da questi strumenti…

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https://youtu.be/q6c1aqeVTdE

Dipendenze Digitali
(Intervista di Mirella Castigli a Fausto Petrini psicologo sociale e di comunità)


“... ho sentito altri ragazzi esprimere il desiderio che la scuola non riprendesse , riscontrando molti aspetti positivi della DAD e dello stare a casa senza le costrizioni legate all’ambiente scolastico.

Se non li avessi conosciuti nella vita privata avrei potuto immaginare questa considerazione dettata da pigrizia, ma sapevo di non avere davanti degli scansafatiche.

Sono osservazioni che inizialmente mi hanno sorpreso , esempi che certo non devono essere elevati al rango di statistiche, ma sufficienti a mettere in discussione una parte della narrazione che ci viene spesso proposta rispetto al tema “giovani e Covid”.

Sorprendono perché, a ben guardare, lasciano intuire la presenza di problemi preesistenti in un sistema educativo fragile, non solo a livello scolastico .

Colpiscono per la disconferma di un cliché, uno dei tanti, che vedrebbe i giovani desiderosi di tornare ai banchi come effetto del loro impegno nella difesa del diritto allo studio e al contatto sociale. Un cliché appunto, che corriamo il rischio di fare nostro approcciandosi al mondo giovanile tramite generalizzazioni, talvolta banalizzazioni…

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https://www.netreputation.it/dipendenze-digitali-nessun-dorma-1-2/



Dipendenze digitali: nessun dorma
(Intervista di Mirella Castigli ad Eva Ciampelli psicologa specializzanda come psicoterapeuta cognitivo-comportamentale)


“...in un mondo isolato come quello affetto dalla pandemia, credo che trovare un equilibrio tra ciò che si può definire “dipendenza” e ciò che invece è una “risorsa” sia particolarmente complesso.

Penso al fatto per esempio, che gli unici contatti durante la “fase 1” siano stati possibili esclusivamente tramite video chat, anche quando coinvolgevano parenti o amici stretti.Penso all’importanza che ha avuto la DAD per garantire una continuità e una routine nella vita dei ragazzi , e al contempo penso a bambini ore e ore di fronte ad uno schermo , alle difficoltà a seguire le lezioni, ai problemi di connessione, allo stress per i genitori in telelavoro, alle donne che hanno dovuto sacrificare il lavoro . Penso alle “vite sospese”, quasi messe in pausa...

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    Adolescenti e dipendenze virtuali
    (Loris Pinzani piscoterapeuta cura rubrica psicologia per diversi media La7 e FirenzeToday in particolare)

“...la capacità di comunicare sta insieme alla democrazia della comunicazione... a cui si attinge con la comunicazione digitale... purtroppo questa grande e straordinaria opportunità trova nel suo merito il suo maggior difetto... c'è questa figura dell'influencer che va bene... non vogliamo criminalizzare nessuno... però è specchio di una circostanza sociale... che va ripetendosi... in cui le vittime potenziali sono tanto gli adulti quanto, ma di più, gli adolescenti... il comunicatore digitale.... che sia per così dire ben attrezzato... assume il ruolo dell'individuo da seguire a tutti i costi ... il grande rischio degli adolescenti è che non esiste la capacità discriminante... la riduzione di questa possibilità... di immaginare... quindi desiderare... quindi promuovere... sia una plasticità neuronale... ma soprattutto... comunque in abbinamento ad essa... una possibilità di incrementare la propria forza immaginativa... quindi creativa... quindi intellettiva... è la chiave per capire la differenza che esiste tra un eccesso di informazione e una informazione invece che è mantenuta nella sua normalità... ma che costringe comunque a esercitare la creatività umana...

determinati apprendimenti non sono procrastinabili... parlo di apprendimenti emotivi... non apprendimenti cognitivi... cioè la matematica è meglio se la imparo da piccolo... però se la imparo due anni dopo va bene lo stesso... o in un modo un po più didatticamente digitalizzato... va bene lo stesso... la personalità no... perché ha delle barriere di formazione cronologica e temporali molto ben definite... e non posso procrastinare di mesi o di anni... questo è il grave danno della DAD... ma è comunque condizione assolutamente necessaria... non era possibile fare diversamente...


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https://youtu.be/maiaXrbzg4A

I pericoli della rete
(Giuseppe Lodeserto criminologo - ICT Security Manager)

“...Internet è chiaro che fa parte della vita quotidiana… il problema è legato al fatto che quando qualcosa non si vede diventa un attimino

un po più pericoloso da intercettare… i ragazzini adolescenti li utilizzano [i dispositivi digitali] in maniera incredibile senza rendersi conto che spesso e volentieri dietro a un monitor dietro a un video... c'è un adulto che cerca di adescare... quando noi mettiamo le foto dei ragazzini al mare sulla spiaggia su F acebook sui vari social è sempre bene essere un po più cauti in questo tipo di comportamenti…

… i ragazzi sono molto dentro alle problematiche di internet… conoscono molto bene i vari pericoli… sotto certi aspetti è chiaro che bisogna educarli sull'utilizzo...comprendere fino a che punto possono arrivare quali sono i rischi noi stiamo perdendo il significato del reale della parola…

… la comunicazione è importante tra genitori e figli… i figli senz'altro… non vanno trascurati vanno diciamo tenuti nella giusta considerazione quindi non delegare non pensare che internet, il computer sia il male minore…

oggi come oggi è meglio se i ragazzini vanno a giocare a pallone sulla strada, in bicicletta o nei parchi …”

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https://youtu.be/uMQBRtRMhaE



Violenza di genere e relazioni digitali
(Caterina Pafundi psicologa psicoterapeuta responsabile del centro antiviolenza Aretusa)

“…nella maggior delle donne che subiscono la violenza… riscontriamo… una base comune: un livello di controllo della libertà…

la tecnologia ha permesso agli uomini violenti di avere strumenti per continuare la loro azione criminale ... il violento in maniera costante monitora ogni movimento...

per non parlare poi della violenza psicologica e di quella fisica... ricatti e vendette sessuali ed economiche… revenge porn... istigazione all'odio... ricatto sessuale... una delle più vissute dovute anche all'isolamento da lockdown...

l’uso della tecnologia per noi è stato ovviamente molto molto importante… la possibilità di avviare video-colloqui. .. ci ha permesso di gestire... attivare in tempi più rapidi la rete di supporto… per poter garantire sicurezza e supporto necessario nel lungo percorso di uscita dalla violenza... con il supporto legale...

… la tecnologia ci ha permesso anche di diffondere maggiormente il nostro sapere... penso a tutte le videoconferenze con gli studenti o a tutte le riunioni... portare agevolmente in ogni luogo il proprio contributo... nel potersi incontrare virtualmente e confrontarsi con altre realtà in ogni angolo di mondo…”

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https://youtu.be/bva6d3w-66Q


Orientarsi nel mondo del lavoro digitale
(Benedetta Cangioli Psicologa e Consulente per l'orientamento professionale)

“[il digitale] … si è rivelato di fatto uno strumento con un sacco di potenzialità... e queste potenzialità le abbiamo viste noi operatori ma l'hanno vista in parte anche gli utenti... quindi diciamo c'è stata una sorta di rieducazione anche alla ricerca del lavoro ... diventa una palestra in questo senso, persone che non hanno la cognizione della propria conoscenza dell'informatica che si scoprono di saperlo fare ... e quindi in quel senso l'autostima che sale...

… non ne faccio nemmeno una questione di età... perché vi posso dire nella mia esperienza dell'ultimo anno… ho riscontrato delle difficoltà... non tanto per un discorso di età ma per un discorso secondo me di scolarizzazione... il colloquio in presenza in questo momento manca di elementi che paradossalmente ritrovo nell’online... perché è vero che parlo tramite uno schermo ma la persona la vedo... la persona mi vede e quindi riusciamo anche a individuare un aspetto emozionale di di scambi... che in un contesto in presenza in questo momento fa fatica a emergere... invece era appunto l'aspetto fondamentale del vedersi...

il digitale accorcia le distanze e allunga le relazioni... anche il linguaggio... ed anche la modalità con cui si cerca lavoro… passa un pò da tutti i canali...

per esempio se colgo una facilità nell’approcciarsi ai social... a quella persona suggerisco magari di tenere d'occhio Facebook... perché comunque rimane un canale utile... ovviamente sempre da valutare... ma che lui conosce... l'altra cosa importante, anche nella ricerca del lavoro, che vedevo... era individuare la potenzialità per esempio di svolgere il lavoro da remoto... o comunque in smart working…”

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https://youtu.be/tqA0fu-oC8Y

La musicoterapia sotto il lockdown
(Giorgia del Mese Piscologa, Psicoterapeuta e Musicoterapeuta)

“Per la prima volta storicamente nella nostra professione ci siamo trovati a condividere... un piano orizzontale con i pazienti... sia le stesse preoccupazioni esistenziali... lo stesso spavento per il nuovo virus.. sia l'uso di un mezzo digitale utilizzato in psicoterapia e in musicoterapia...

… gestire gli inconvenienti di un software come Skype che poteva interrompersi... non funzionare... abituati come eravamo al setting rassicurante di uno studio... sempre uguale... sempre lo stesso... la stessa ora... la stessa scansione… i l paziente entra nell'abitazione del terapeuta e viceversa il terapeuta entra nell'abitazione del paziente.... lo scenario della propria applicazione degli oggetti sullo sfondo, dei rumori di fondo cambiano profondamente... lo spazio simbolico e unico della stanza di terapia inviando inconsciamente messaggi su di sé e sul proprio contesto di appartenenza...

Cosa si perde? per entrare nel vivo poi dell'esperienza musicoterapica quello che si perde è una quota di ascolto e una quota di silenzio...

… a proposito di distrazioni: il suono che produce tutta la comunicazione non verbale del paziente... la prossemica... la prosodia... l'intensità del lavoro... il modo in cui il paziente si alza si muove nella stanza e sceglie uno strumento...

.. credo inoltre che il limite più grande della musicoterapia on line sia la non disponibilità da parte del paziente di strumenti di cui invece può disporre esclusivamente il terapeuta…”

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https://youtu.be/bN1g6S_Ne2o



I ricordi in digitale
(Francesca Guerrini fotografa)

“...il rapporto con l'immagine con la fotografia... col digitale è cambiato molto... è cambiato molto perché è diventata una cosa più immediata... e quindi siamo veramente pieni... pieni... pieni di immagini e di fotografie che accumuliamo direi quasi compulsivamente nei nostri dispositivi elettronici... che siano il telefono... che sia il computer ... che siano hard disk e o il cloud... questa cosa secondo me non è così positiva... perché poi sono immagini che spesso perdiamo... che non andiamo neanche più a rivedere... e quindi è come non averle quasi mai scattate ...

la cosa positiva è che abbiamo molte più immagini lo dico anche da mamma... dei nostri bambini... dei nostri nipoti... abbiamo facilità anche nel fare dei video... prima era complicato... ci voleva un proiettore... ci voleva la telecamera...

… a volte capita che un cliente non ti dia la liberatoria per pubblicare le foto del figlio e poi condivide su WhatsApp o su su F acebook o su Instagram foto del suo bambino al mare... magari col costumino... anche senza costume... che è molto molto molto più pericoloso...

… non ce l'hanno secondo me la consapevolezza le persone.. su dove vanno i loro dati... e le loro foto…”


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https://youtu.be/7a7JY_Eyung

CALL X VOICES

Questo libro sulle 3D del Digitale Dipendenze Distrazioni Disinformazione lo abbiamo definito LIBRO DIFFUSO a seguito dell'iniziativa RADIO DIFFUSA realizzata in maniera aperta e cercando di coinvolgere quante più voci possibili (accogliendo posizioni e sensibilità diverse) su temi di scottante attualità.

A questo punto ci viene spontaneo lanciare un appello per la raccolta delle prossime voci : se volete far sentire la vostra voce su RADIO DIFFUSA https://www.netreputation.it/radio-diffusa/ oppure pubblicare un vostro contributo sul nostro BLOG https://www.netreputation.it/blog/ sui temi delle dipendenze, distrazioni e disinformazioni digitali allora contattateci e prenderemo in seria considerazione il vostro apporto per le prossime trasmissioni e/o pubblicazioni.

Conclusioni?

Conclusioni obbligatoriamente col punto interrogativo finale perché davvero, fuor di retorica, stiamo facendo un cammino con persone d’esperienza con cui stiamo discorrendo in libertà . Voci davvero tutte interessanti e molto diverse quelle di Luca Agnese Onofrio Erika Mirella Maurizio Fausto Mirella Eva e tante/i altre/i “Solvitur ambulando” dicevano gli antichi latini ed in effetti camminando insieme ad altri siamo riusciti a riflettere, confrontarsi e quindi in qualche maniera risolvere alcune questioni.

Le conclusioni sono spesso presuntuose di per sé ed ancor più per un’opera collettiva come la nostra ed allora ci viene a mente un famoso passo di un saggio uruguagio...



“L'utopia è come l'orizzonte: cammino due passi e si allontana due passi. Cammino dieci passi e si allontana dieci passi. L'orizzonte è irraggiungibile. E allora a cosa serve l'utopia? A questo: serve per continuare a camminare” E.H. Galeano

Ci possiamo lasciare con un nulla di fatto nascondendoci dietro enunciazioni così nobili del passato? Niente affatto.
Abbiamo molto imparato da questo confronto corale ovvero…

* che il concetto di comunità è fondamentale anche in senso intellettuale per elaborare un pensiero comune e condiviso
* che l’autonomia individuale è sì sacra ed inviolabile ma è nello stare insieme che possiamo andare avanti

* che oltre qualsiasi logica di isolamento e frazionamento individualistico è il confronto collettivo che può confortarci dall’assedio manipolativo delle piattaforme digitali

* che solo un utilizzo laico di quello che ci offrono dall’alto del C loud può garantirci un approccio hacker ed utile della quotidianità digitale

* che è la formazione, oltre all’informazione, il vero rito sacro della nostra società e dobbiamo continuare a salvaguardarlo e valorizzarlo “con ogni mezzo necessario”.


VincEnMarco
(Vincenzo Bianculli, Enrico Bisenzi, Marco Pini)

    Sondaggio sulle distrazioni digitali

(VincEnMarco)

Tu chiamale se vuoi distrazioni digitali…
Battisti e Mogol avrebbero tradotto così quanto sostenuto dai neuroscienziati, lo tsunami di avvisi e messaggi mina pesantemente la capacità di concentrazione, ponendo sfide costanti alle nostre reti di neuroni che regolano l’attenzione.

Viviamo nell’era delle connessioni virtuali e indietro non si torna, certo. Sarebbe ingenuo inveire contro la rivoluzione tecnologica, però lo sarebbe altrettanto non pensarci ed approvare acriticamente e con grande entusiasmo tutto quello che arriva dall’industria del “digitale”.Siamo diventati degli habitué delle distrazioni e delle dipendenze digitali?

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Appendice approfondimenti

Risorse online (sitografia)

Tecnologia e marketing:

Un assaggio di consapevolezza Cyber che lascia l’amaro in bocca

Pronti ad essere schedati da Google?

I "Ferragnez", il DDL Zan e il nuovo ruolo degli influencer: gli impatti socio-economici | Agenda Digitale

Non credere nei Media: piuttosto analizzali…

Perché non approfittare degli strumenti tecnologici ‘a distanza’ per riaggregarsi in Rete?

Condannata a 3 anni di prigione per un post su Facebook

Zitto zitto, il Parlamento Europeo vara la sorveglianza di massa di tutte le email

YouTube consiglia video che non dovrebbero essere visti: lo studio di Mozilla

La grande illusione dei Big Data. Gli algoritmi comprendono davvero il mondo?

Se l'intelligenza artificiale ci giudica belli o brutti: così si spezzano legami e appartenenza | Agenda Digitale

Il paradosso dell'algoritmo comunista di TikTok

Google Starline è da fantascienza: "ologrammi" in videoconferenza

“Spegnere” internet per limitare il dissenso è diventato una cosa normale

Google "MUM", il nuovo algoritmo che trasformerà il modo di effettuare ricerche

Usabilità fra privacy e Media Education

Zero Privacy

I libri del gruppo di ricerca Ippolita


Scuola e formazione:

Minori ed internet: consigli per un uso consapevole del web

Libri di testo per la Scuola? Videogiochi!

La DAD che ci aspetta: vantaggi ed opportunità

Homeschooling, negli Usa è boom con la pandemia: "Mai più in classe" - Orizzonte Scuola Notizie

Youtube Kids - App che rende Youtube sicuro per i bambini

Flipped classroom all'università, per innovare la didattica: metodi e strategie | Agenda Digitale

Egitto, condannate due influencer di TikTok per «tratta di esseri umani e dissolutezza»: pene di 6 e 10 anni di carcere - Il video – Open

"No al cellulare in classe, gli alunni passano il tempo a giocare mentre il docente spiega". I risultati dell'indagine del Senato - Orizzonte Scuola Notizie

Competenze "nativi digitali": il 30% non sa scaricare un file dalla piattaforma della scuola e non sa utilizzare un browser per la didattica - Orizzonte Scuola Notizie

La forza dei giovani di fronte alla pandemia: l'indagine audiovisiva con gli studenti della Ippolito Nievo

Formare A Distanza?


Infodemia e Fake News:

Le fake news sul vaccino diventano un business internazionale: i casi | Agenda Digitale

Come difendersi dalla disinformazione

CHI dice COSA

The anti-vaccination infodemic on social media: A behavioral analysis

In viro veritas?


Risvolti sociali:

Parlami dei videogiochi. Abbiamo ascoltato la voce di bambini e adolescenti

Il Giappone vuole vietare le foto di nudo sullo smartphone

I rischi della cancel culture

Canon impone ai suoi dipendenti cinesi di sorridere per entrare in ufficio

Amazon, lavoratori senza diritti. Il lato oscuro dell'e-commerce

Si può finire in carcere per un disegno? - Il Post

Le piccole imprese hanno pagato più tasse dei giganti dei web

Bimbi Minkia

bit-generation

Manifesto per la salvaguardia della memoria

Generazioni a Confronto


Progetti innovativi :

Jitsi che diventa una Radio Diffusa?

Mastdoom

Carta dei diritti fondamentali del lavoro digitale nel contesto urbano

Filmografia

Una raccolta di film, documentari, serie tv sulle tematiche che abbiamo affrontato in questo libro:

https://www.netreputation.it/filmografia-sul-digitale-buone-visioni/